Un'occidentale mancanza di libertà
Si dice che gli artisti al giorno preferiscano la notte. Quando, con sacrificio del sogno, leggono, scrivono, ascoltano dischi, vedono vecchi film, e trasformano il nero in una luce. ln qualche modo questo vocabolario notturno si interseca con il tragitto che essi compiono nella psiche e nel cuore della società, e che non è immune da rischi: gli artisti non sono amati sul serio.
Ci sono naturalmente delle ragioni storiche. Gli artisti, come gli intellettuali, sono sempre stati quelli che mettono in guardia, che si esprimono in modo critico, che mettono l'una di fronte l'altra la storia e l'esistenza. Molti hanno continuato ad avere un atteggiamento di distanza nei loro confronti.
Sul piano formale il progetto di Alex Pierotti, Massimiliano Frumenti e Alessandro Cerratti richiama le modalità e le forme di lavoro artistico di tipo collettivo, come quelle adottate negli anni Sessanta e Settanta. Ma in fondo esso appare, attraverso la narrazione di stati d'animo che è la misura del loro linguaggio, come la richiesta a sottoscrivere un appello. l'arte manda avanti i propri binari.
Una sfera pubblica alternativa non esiste più; la politica è trasmigrata in televisione; molti si accontentano di ottenere dalla religione una consolazione. Quella che una volta si intendeva come avanguardia si è trasferita oggi nel quotidiano, nella pubblicità e nelle infinite manifestazioni dei media.
Al contrario di molte altre istanze, segnate dalla vita del momento, l'aile rimane connotata dalla ricerca di nuove possibilità, nel tentativo di individuare un significato e svelare le ragioni profonde del nostro sentire. La collaborazione dei tre artistici parla della loro relazione umana, di come sia ancora molto forte il senso di amicizia e la consapevolezza di avere percorso un tratto di strada insieme.
Da occidente giunge l'ordine di affondare. Nessun altro dice qualcosa, tolti gli artisti. ll messaggio che essi ci trasmettono ruota intorno alla domanda: che cosa uno si è perso nella vita? E, per esempio, riguardo all'amore. È stato detto che l'uomo civilizzato elimina le sue difficoltà con il pensiero, o perlomeno crede di farlo. L'uomo primitivo, invece, le scaccia via con la danza. Si può fare anche in un ascensore.
Vittorio Castelnuovo
autunno 2006