Siamo negli anni '50. La novità per i bambini della strada di Via Tola è che nel vecchio palazzo degli anni quaranta fmalmente i signori dell'ultimo piano potranno non più affaticarsi a fare sei piani a piedi ma speditamente raggiungere i loro appartamenti con un ascensore nuovo di zecca.
Ricavato in modo alquanto sghembo da un risego di tutta la colonna delle scale è proprio tutto lustro questo ascensore con tanto di scritta di quello che si può fare e di tutto quello che non si può fare.
Tutto è stato previsto. Per i condomini di via Tola.
Anche che intorno a quell'ascensore dalla forma un po' stramba possano risuonare le note e le voci baritonali delle opere che la radio trasmette nelle ore serali e che fa accorrere le famiglie in casa del fortunato possessore di una radio.
È il giorno dell'inaugurazione. Tutti accorrono a curiosare e a giocare con l'altalena del sali e scendi. E poi c'è la musica e i dolci per tutti.
C'è veramente una gran confusione.
Ma chi fa funzionare quella macchina che va su e giù e che ti risponde quando tu premi solo un bottone? E lei ti potrebbe anche tradire e fermarti tra un piano e l'altro, oppure trasformare ogni piano in un gioco di illusione.
Vedere e non vedere, sentire e non sentire mischiando gli odori delle varie cucine facendotele avvertire tutte velocemente; e poi si potrebbe fermare chissà dove.
E se non dovesse più obbedire ai tuoi comandi?
Forse lei stessa è un gioco di illusione.
Chi è l'artefice di questa macchina che altera così tanto la vita quotidiana dei condomini di via Tola? Mi dicono che è uno che afferma di venire dall'Oriente, niente meno che dal Giappone. Si fa chiamare Naoya Takahara e sostiene che “la geografia nasconde sempre i luoghi e la storia il tempo e le epoche”.
lo non gli credo e voglio proprio andare a vedere. Mi camufferò.
gabriella dalesio