Tempo di riflettere

Tempo di riflettere costituisce la prima installazione del pittore Diego Bellini. l'opera ricorda tratti precipui della pittura dell'artista, in cui prevalgono il colore bianco, uno studiato gioco di luci e la ricerca di geometrie e simmetrie nascoste nella tela stessa.
In Tempo di riflettere l'occhio penetra nello spazio fisico di un rettangolo per perdersi in una proiezione infinitesimale. Il senso della vista cede il posto ad una visione della mente in cui lo spazio si riproduce e diventa un vuoto pieno in cui scorre una linea senza inizio e senza fine. La divisione del continuo e il riflesso, concepito come piegamento all'indietro, sono possibili attraverso l'esisteriza di un'unica fons e fos che costituisce l'origine e allo stesso tempo il divenire, il principio e il principe dell'essere.
La figura finita si trasforma nell'esperienza personale di una proiezione infinita di linee e di spazi, ma anche di luce e profondità. L'esser-ci si ritrova sospeso tra l'hic et nunc e l'oltre e il dopo, tra il finito dell'esistere sulla terra e l'infinito essere dell'universo. In questo rapporto dialettico tra il -ci e l'essere, tra il finito e l'infinito, si può cercare il senso profondo dell'esistenza e quel senso di sospensione e di attesa metafisica a cui è legata.
Dal punto di vista matematico e geometrico si può constatare la natura infinita di una linea finita e la molteplicità numerica infinitesimale in cui è composta. Si ricordi che un corpo proiettato nello spazio, prima di farsi un punto diventa una linea.
ll concetto ricorda il tentativo vano descritto da Zenone del pie' veloce Achille di raggiungere la lenta tartaruga, l'impossibilità di andare da un punto A ad un punto B senza passare attraverso tutti i punti intermedi in cui questo è composto. La possibilità di legare il tempo e lo spazio diventa più interessante se si pensa alla percezione che questo spazio dilatato può offrire attraverso strumenti e categorie diverse: si pensi alla visione molteplice di un Argo o a quello dell'occhio di una mosca.
Intanto il visitatore non si dimentichi che nel momento in cui entra all'interno dell'installazione diventa egli stesso un corpo e una linea, la cui figura geometrica si moltiplica all'infinito nello spazio e nel tempo, il cui limitato esserci è preso e sospeso nell'illimitato essere.
L'opera di Diego Bellini è in fondo un'occasione per ri-cordarsi e ri- conoscere ciò e chi siamo in ogni momento della nostra vita: sospesi in un (in-finito) spazio e proiettati in un (eterno) futuro. La ri-flessione può anche diventare un modo per ri-sco-prire il proprio io e se stessi, con tutti gli elementi e le tensioni di natura psicologica, sociale e spirituale che caratterizzano la nostra vita-esistenza.                                                                                              Michelangelo La Luna               University of Rhode island (USA)