Giorno dopo giorno, "sic transit gloria mundi"
Se constatiamo che tutto quello che è importante al momento, un'amicizia, un amore, il nostro obiettivo lavorativo, la ricchezza o l'affermazione delle proprie idee, tutto potrebbe, da un momento all'altro, finire, cambiare, allora forse potremmo prendere in considerazione che tutto è impermanente.
Si potrebbe verificare che il detto latino ‘Sic transit gloria mundi" (così passa la gloria del mondo) potrebbe riguardare anche, e semplicemente, ogni evento quotidiano, ogni situazione. Ciò che appare ora come protagonista di fatto non lo è, anzi dietro di esso vi è sempre la fatica di chi "lavora" e di fatto serve qualcuno o qualcosa, che è così perfetto, in ordine, così "visibilmente" funzionante grazie a lui. Dove é allora il vero valore, in ciò che appare o in ciò che invisibile permette all'apparire di esserci?
Nel nostro caso vi é una "favola", una storia raccontata da un bambino che vive in un "palazzo" un pò particolare, dove le persone che vi abitano non solo si incontrano, ma vivono la loro quotidianità come "festa", quindi, come è nostra buona abitudine, il momento più felice é quello della convivialità del "mangiare", del cantare, dello stare insieme. E tutto questo si svolge, negli ultimi anni, intorno all'ascensore di questo strano condominio, salito agli onori della cronaca da quando è diventato l'occasione "creativa" di "fare arte" in modo diverso.
Ma dove è la favola, mi chiederete.
Intanto nel fatto che esistano tali situazioni e poi che dietro la "funzionalità" del nostro ascensore vi sia il non-protagonismo di qualcuno, il suo contrappeso, ribattezzato da Adriano, il bimbo di cui sopra, con il nome di Toto.
E "Toto" è l'oggetto dell'intervento artistico che Gabriele Renzullo ha progettato per la più piccola galleria del mondo.
E, come è suo modo di operare, è andato al fondo del problema e dell'apparenza di un oggetto. È particolare che questo artista, che è scultore e quindi lavora con la materia, anche pesante, quale ad esempio il basalto, ne rovesci il senso giocando con l'invisibilità che permette alla materia di esistere, anche come forma. Quel che gli interessa sono i concetti veicolati, ma soprattutto l'inscindibile connessione tra la mente, il gesto e la stratificazione storica che ogni materiale conserva in sé.
Se l'oggetto in questione è un ascensore quel che lui ricerca non è l'apparire dell'oggetto e la sua consistenza nell'ambito della fruizione, ma che cosa, al di là del suo apparire, le permette di funzionare.
Se, come dice lui stesso, é importante "avvicinare i concetti alle loro funzioni", per un ascensore, questo oggetto che permette di farlo salire e scendere, quel "concetto" verte sulla funzione del suo "intimo" contrappeso. E ad esso rivolge l'attenzione. Ecco allora apparire alla ribalta chi svolge questa funzione, anzi ne é il cardine. Il gioco a nascondino è doppio, sia perché l'ascensore e il suo contrappeso difficilmente si incontrano, sia perché chi ne usufruisce pensa e vede solo ciò che gli "serve" è non il meccanismo o l‘oggetto che veramente é dietro tutto questo.
I contrappesi sono un certo numero e Renzullo gioca sul 21° cui corrisponde la data dell'inaugurazione, che é anche una data particolare, la fondazione di Roma. Nello stesso momento questi sono elementi di una serie fisica, ma anche indicatori temporali che, fuori del loro ambito funzionale, si trasformano diventando per una volta. "aurei lingotti" d'oro.
Dimentichi di se stessi appaiono nell'apparire di un giorno per riscomparire e tornare fedeli a se stessi, ogni giorno, nel momento della loro invisibilità. Giorno dopo giorno "sic transit gloria mundi"
Gabriella Dalesio