...ho disegnato a matita il volto di un bambino immaginario e quindi ho replicato l’immagine fotocopiandola per 120 volte. Ciascun foglio é stato disegnato a pastello e proprio nell’attenzione rivolta al segno e al gesto della mano sulla superficie della carta, ritrovo la mia maniera di lavorare.
Questa lavoro, come del resto gli altri, é un gioco. Un bel gioco, bello e serio, come ogni gioco che si rispetti. Ma si ispira ad una triste storia: il bambino sudafricano Nkosi Johnson, morto quest’anno di AIDS.
Era nato I2 anni fa, già contagiato dall’AIDS e ha lottato fino alla fine, ammonendo tutti sulla necessità di arginare questo flagello che annienta milioni di persone.
Il mondo di un bambino é tanto più grande di quello degli adulti. I suoi sogni, i suoi desideri, i suoi giochi, la sua ingenuità, la sua mancanza di barriere, la sua libertà. Tutto é vero, tutto é limpido, tutto é possibile.
Questa piccola cosa fatta con i pastelli, raffigura un volto, che ricorda vagamente Nkosi Johnson, immerso in un paesaggio dai colori delicati, paesaggio della mente, carte colorate, tante carte colorate, come facevo da ragazzino...

Roma, I2 ottobre 2001                                                                                                                                                                       Giuseppe Tabacco